Movie Stars – Cristina Ruffoni
Il 21 gennaio inaugura Movie Stars, la prima di una serie di mostre della galleria milanese Modaarte –Spazio Statuto, dedicate alla poesia visiva, terreno in cui l’artista Cristina Ruffoni si cimenta già da molti anni.
Da sempre interessata all’interazione tra scrittura e visualità, Cristina Ruffoni crea delle “immagini da leggere”. Attraverso testi di sua invenzione, dà forma e colore alle parole, affinché pittura e scrittura si scambino i ruoli e diventino un’unica cosa. Sulla tela segno e significato possono prendere l’uno il posto dell’altro, creando un’immagine che è visiva e mentale allo stesso tempo.
«Non ho mai voluto scrivere e dipingere separatamente, in maniera tradizionale – racconta l’artista – ma ho tentato di raccontare delle storie… il sogno inconscio e il desiderio inespresso di ogni artista è di inventarsi un film: musica, azione, parole, colore, l’opera totale»
Nel suo ultimo progetto – Movie Stars – Cristina Ruffoni indaga infatti il linguaggio del cinema e utilizza la sua scrittura creativa insieme alle icone delle locandine cinematografiche, ormai radicate nell’immaginario collettivo, ribaltando i codici e i sistemi convenzionali di lettura, con l’intento di ricondurre ogni opera in un contesto narrativo più libero e ampio e superare le distinzioni tra i diversi mezzi espressivi.
Questo gioco di interazione e scambio diventa esplicito in Pagine del Dizionario del Cinema, una serie di tele 30 x 50 cm anch’esse esposte da Modaarte, vere e proprie “immagini da leggere”, come delle pagine in cui vengono smontate e ricomposte le definizioni desunte dal dizionario, creando nel lettore/spettatore uno spaesamento costruttivo e critico.
Modaarte – Spazio Statuto
via Statuto, 13 Milano
dal 22 gennaio all’11 febbraio 2010
tutti i giorni dalle 15.00 alle 18.00
Orbite Rosse – Grazia Toderi
Per la sua quarta personale da Giò Marconi, che occupa tutto il piano terra della galleria, Grazia Toderi espone tre nuove serie di disegni, realizzati con grafite, argento e stagno fuso, nuove opere fotografiche e due proiezioni video prodotte per la mostra.
Il disegno è per l’artista il primo livello, fondamentale e necessario, in cui immergersi, un esercizio di concentrazione, leggerezza e libertà, solo in seguito al quale poter arrivare, dopo una ulteriore lavorazione che passa attraverso le immagini fotografiche, alla realizzazione di una nuova opera video.
Tutte le opere della mostra sono intitolate Orbite Rosse, e già nel 1998 l’artista aveva esposto alla Galleria Giò Marconi una doppia proiezione video dal titolo Orbite. Nell’opera dell’artista i riferimenti alle orbite sono fin dall’inizio del suo lavoro un elemento costante, siano quelle della Luna intorno alla Terra, dei pianeti intorno al Sole, dei satelliti o delle astronavi intorno ai pianeti, o anche quelle disegnate da una palla all’interno di uno stadio, o tracciate da una trottola su un pavimento.
Ma “orbite” sono anche le due cavità della nostra testa attraverso le quali costruiamo la nostra immagine del mondo, e stranamente la rappresentazione del mondo stesso attraverso la cartografia è rappresentata da due globi schiacciati.
L’altro elemento costante è la luce. Grazia Toderi ha scelto di realizzare e proiettare video perchè la materia di cui esso si compone è luce che viaggia nel tempo e che appare, evidenziandosi, quando incontra una superficie. Il video è anche un mezzo che può essere potenzialmente trasmesso, attraverso la luce stessa, contemporaneamente in tutto il mondo.
Orbite Rosse è un riferimento inoltre al colore delle luci delle nostre città viste dall’alto nella notte, e al colore rossastro indefinito delle nostre palpebre chiuse mentre siamo rivolti alla luce, un mondo fuori, e un mondo dentro.
Forze, variabili e forme – Alberto Gianfreda
Inaugura martedì 12 Gennaio 2010 alla galleria Scoglio di Quarto, la personale di Alberto Gianfreda. In catalogo testo critico di Andrea B. Del Guercio: “…Tavole e ferri che si inseguono, materie serrate e ricucite tra di loro, che continuano a confrontarsi lungo un percorso insanabile ed inarrestabile, profondamente caratterizzato da una natura progettuale instancabile, perseguita con l’equilibrio della partitura musicale, attenta alla ricerca di sottolineature improvvise, acuti, e di nuovo movimenti che si arrovellano su se stessi; ovunque lo spazio lega il movimento della superficie, le sue dilatazioni e la sua distribuzione nel dialogo silenzioso delle materie povere, osservate con attenzione da Gianfreda…”.