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Se il governo fa l’head hunter: Negli USA ci si tormenta, in Italia si dibatte da anni senza che nulla sia cambiato nei meccanismi di cooptazione.

Il governo federale USA, sempre più coinvolto come azionista delle aziende e delle banche salvate dal fallimento, deve cimentarsi in un compito nuovo, quello dell’head hunter.

Come è accaduto nel concordato Chrysler, in cui ben quattro consiglieri d’amministrazione devono essere di nomina pubblica, o negli altri cinque maggiori casi di salvataggio statale: General Motors, GMAC, American International, Citigroup e Freddie Mac.

I commentatori economici sono in realtà molto scettici sulla possibilità di reclutare i migliori executive per posizioni così visibili e allo stesso tempo poco pagate e molto vincolate. I coraggiosi saranno infatti costretti a continui compromessi tra le esigenze e le pressioni degli azionisti, dei contribuenti, del Congresso e della stampa.

Per Charles Elson, che si occupa di corporate governance all’università del Delaware, nessuno con un po’ di buon senso accetterebbe. Ad esempio, la posizione delo governo come azionista di maggioranza di GM aumenterebbe il coinvolgimento democratico proprio nell’azienda che, per gli aiuti dati a Barack Obama, ha visto silurare il proprio CEO Rock Wagoner.

I funzionari governativi non sono del tutto avvezzi a distribuire incarichi agli head hunter. Alla Freddie Mac, che aveva in corso le ricerche del CEO e del CFO proprio mentre il CFO ad interim si suicidava, avrebbero – secondo i bene informati – affidato ad Heidrick & Struggles la ricerca del CEO.

Su GMAC sarebbe stata chiamata ad operare, sempre per ricerche a livello di board, Spencer Stuart, che aveva già lavorato per Citigroup e AIG. Ma tutti convengono su quanto sia difficile attrarre candidati per queste posizioni.

Negli USA ci si tormenta con queste difficoltà, ma almeno se ne parla. In Italia si dibatte da anni dell’opportunità di affidare a terze parti le nomine pubbliche più rilevanti, senza che nulla sia cambiato nei meccanismi di cooptazione. Mentre i “soliti noti” imperversano in circoli sempre più chiusi, all’interno di uno schema in cui l’head hunter, lungi dall’essere il selezionatore e il garante degli stakeholder, diventa parte di un sistema di interessi sempre meno trasparente.

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