I prodotti sostenibili sbancano il mercato. Datamonitor evidenzia 458 lanci, fino ad oggi, nel 2009 di prodotti confezionati sostenibili, amici dell’ambiente ed ecologici. Di questo passo, si triplicheranno i numeri del 2007. Il CEO di Seventh Generation, Jeffrey Hollender, dice che le vendite sono salite del 50% l’anno passato e del 20% in marzo (rispetto al marzo dell’anno prima) nonostante l’ingresso di Clorox, Church & Dwight e SC Johnson. I consumatori continuano a comprare prodotti sostenibili nonostante il prezzo più alto. Parliamo ad esempio di aumenti di più del 10% di alimentari specializzati nel “bio”. Molto meglio di giganti come Walmart.
Secondo Aric Melzel, senior brand manager di Scott alla Kimberly-Clark, questa volta la mentalità verde è più solida e sopravviverà alla recessione, al contrario di quanto accaduto nei cicli passati. Stavolta le vendite di questi prodotti stanno salendo all’interno di segmenti non proprio all’avanguardia, come i cosiddetti “fieri tradizionalisti” maschi bianchi.
Si preparano alcuni grandi lanci che potrebbero portare i prodotti verdi nel “mainstream” del largo consumo: carta igienica e fazzoletti da carta riciclata, detergenti con contenuti naturali e apparati di filtraggio dell’acqua in alternativa alle acque imbottigliate, per fare degli esempi, tutti con crescite a doppia o tripla cifra. Secondo Hollender, sta per arrivare il momento in cui non avere un’alternativa verde non sarà più ammesso per nessun prodotto: sarà, per dirla con le sue parole, una scelta tra verde chiaro e verde scuro.
Quattro consigli per i “green marketer”:
1. Combinare ambiente e sostenibilità.
Non basta rispettare l’ambiente, il consumatore inizia ad interessarsi di questioni quali la povertà, il lavoro e le condizioni di salute che in qualche modo sono in relazione con il processo produttivo. Secondo Saatchi&Saatchi, questo concetto di “marketing blu” supererà presto il “marketing verde”.
2. Il retail diventa ancor più fondamentale
Con 298 diverse certificazioni ambientali, orientarsi non è semplice. Il consumatore chiederà alle catene più verdi di fare una preselazione dei prodotti. E molti, come Walmart, sono già al lavoro per rifarsi una facciata più eco-sostenibile.
3. Ci sono ancora opportunità
I dati mostrano come la propensione all’acquisto di prodotto eco-compatibili sia superiore alla percezione della loro disponibilità sugli scaffali.
4. Lo scetticismo non è nelle certificazioni
A quanto pare, nessuno ipotizza che un prodotto verde non lo sia veramente. Invece molti consumatori tendono a credere che un prodotto verde costi di più o funzioni meno bene. Ed è su questo che occorre lavorare.